Svegliati. La mattina cinerea
ti segna le guance.
Consunta la notte nel consunto fuoco:
bruci senza dolore come il rovere
sereno nel giorno di Santa Giovanna
al rogo. Sei pagana
allo specchio di un bagno
che assiste alla sacra abluzione
della tua non ustionata carne.
E se non bruci per metafisica ragione?
Il tuo primo sbadiglio
all’alba solleva fuliggine
e si sbriciola gonfio il torace
il carbone sulle costole bianche.
Profumi d’incenso
e del tuo notturnale falò solo la nera
cicatrice delfica ti guarda
con spiriti e lettere piene di sonno:
lì sotto le scapole
ti crepidava la fornace più rumorosa
del vesuviano incendio.
Sulla tua pelle invisibile dimora
il verso mai scritto di Saffo
il verso prima dell’ultimo salto
in scogliera – tu doni il bagliore –
sirena sei; e faro
che guidasti il tonfo.
Pulito il viso l’iride tua si rinfrange
come il crisma
nel mercoledì di cenere.
Immagini che si susseguono per incantare il lettore…Poesia e sogno.
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